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Marco Bennici

Aggiornamento: 6 giorni fa

Nato a Palermo il 25 gennaio 1976, Marco Bennici è un fotografo, architetto e designer. Considera la fotografia come uno dei suoi principali strumenti di design, con una particolare predilezione per lo scatto fotografico. La sua formazione artistica è stata alimentata dalle esperienze all'estero e dalla curiosità verso tutto ciò che è diverso da lui.


Ritratto dell'artista Marco Bennici
Marco Bennici





Nei suoi lavori, l'uso ragionato della luce, in contrasto con le ombre, conferisce un effetto di tridimensionalità e carattere. Un esempio significativo è la foto della Cattedrale di Cefalù, selezionata per la mostra del Patrimonio Mondiale dell'Umanità dell'UNESCO presso il Palazzo Sant'Elia di Palermo. Un altro momento importante della sua carriera è stata la mostra "Rosalia", nell'estate del 2017, all'aeroporto internazionale Falcone-Borsellino di Palermo, dove una sua foto intitolata "Libera" ritrae Santa Rosalia in una luce contemporanea.


Oltre a raccontare la storia dello spazio architettonico, Marco si è dedicato alla natura umana, analizzando sfaccettature diverse, dal mondo del tatuaggio a quello del bondage. Le sue opere spesso riflettono simboli, decorazioni e l'imperfezione del corpo umano. In ogni progetto fotografico, si crea un equilibrio tra leggerezza e pesantezza, luce e ombra, abbondanza e vuoto.


Negli ultimi anni, ha partecipato a numerose mostre e pubblicazioni, tra cui quelle per le riviste Vogue e Interni. La sua formazione architettonica e lo studio del progetto fotografico costituiscono il punto di partenza del suo lavoro, alimentato dall'entusiasmo e dalla curiosità verso la complessità della natura umana.


Fin da giovane, ha viaggiato in Europa alla ricerca dei “contenitori” dell’arte, visitando musei progettati da architetti contemporanei. Questo l'ha portato a un primo approccio con la Pop Art e con artisti noti degli anni '80 e '90, da Lucio Fontana a Jenny Holzer, esplorando la neon art e le geometrie di Sol LeWitt. Tra i fotografi, è rimasto colpito dagli scatti irriverenti del giapponese Nobuyoshi Araki, capace di comunicare in modo giocoso temi delicati come l’erotismo e la prostituzione a Tokyo.


Marco Bennici è consapevole che l’artista non è un demiurgo, ma un trasformato. Nessuno inventa, ma è fondamentale continuare la ricerca, partendo dall'opera dei maestri. Racconta la gente attraverso i comportamenti, non necessariamente condivisibili o eticamente corretti, mostrando un interesse particolare per coloro che sono diversi da lui.


Infine, la scelta del supporto di stampa influisce sul linguaggio del progetto fotografico. Marco non ama proteggere le sue opere con un vetro, poiché i riflessi possono alterarne la percezione. Preferisce quindi supporti meno convenzionali, come l’alluminio dibond o carte retinate resistenti, che consentono esposizioni senza elementi sovrapposti. La cornice, se presente, deve armonizzarsi con l’opera.


Per una parte della sua vita, ha studiato in Francia, tra Parigi e Tolosa. I suoi luoghi del cuore sono quegli angoli urbani ancora sconosciuti ai turisti.

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